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FSP Aurum PT-1200FM - FSP AURUM PT Series / PT-1200FM 1200W: analisi Pt.2 - interno

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FSP AURUM PT Series / PT-1200FM 1200W: analisi Pt.2 - interno

Ora procediamo invece all’analisi delle componenti presenti all’interno della scocca di protezione esterna.

 

ATTENZIONE: Ricordiamo che questa procedura, per via della rimozione delle quattro viti e della rottura del sigillo di garanzia, invalida quest’ultima (non presente in questo modello, ricordiamo). L’apertura quindi è altamente sconsigliata a meno che non sia scaduta la garanzia e che sia necessario cambiare la ventola, o eseguire direttamente riparazioni o misurazioni (da effettuare solo da personale esperto e qualificato). L’apertura dello scudo esterno di protezione richiede una certa manualità quindi vi invitiamo caldamente a fare la massima attenzione durante questo processo, anche per evitare che si possa spanare qualcuna delle viti.

 

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Primario: comparti di filtrazione delle EMI ed RFI e switch primario

Il primo elemento di un alimentatore moderno è il sistema di filtraggio delle emissioni elettromagnetiche e radio, precisamente l’EMI/RFI Transient Filter, che viene posizionato necessariamente dietro all’ingresso della corrente AC. Devono essere incluse delle componenti affinché non ci siano interferenze elettromagnetiche, in questo caso due condensatori ad Y ed uno a X nell’AC receptacle (in inglresso quindi), mentre sul PCB principale ne troviamo altri due a X ed uno a Y, assieme a due induttori toroidali, un MOV (Metal Oxide Varistor), un termistore ed il suo relé NTC. La presenza del MOV salta subito alla vista, poiché fin d’ora tale funzione è stata relegata da FSP al MIA chip, presente negli alimentatori della serie FSP AURUM.

 

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La topologia è full-bridge LLC (LLC resonant converter, in gergo), ragione per cui troviamo la certificazione 80 Plus Platinum, il top per categoria. Nel secondario invece troviamo dei convertitori DC-DC, necessari per la conversione delle rail minori partendo dalla +12V.

 

NOTA GENERICA: il transient filtering stage viene posizionato necessariamente dietro all’ingresso della corrente AC  e devono essere incluse le necessarie componenti affinché non ci siano interferenze elettromagnetiche. In merito al varistore (MOV, Metal Oxide Varistor), quest’ultima è sostanzialmente una resistenza, voltaggio-dipendente, che protegge l’alimentatore ed il sistema da picchi di voltaggio provenienti dalla rete elettrica esterna. Vi ricordiamo che se un alimentatore non è dotato di un MOV nell’EMI/RFI Transient Filter si dovrebbe sempre utilizzare il proprio sistema con un gruppo di continuità (o UPS), che agirà da filtro a protezione dei picchi di voltaggio; questi ultimi potrebbero danneggiare seriamente non solo l’alimentatore stesso ma anche l’intero sistema! In alcuni casi questa componente viene rimossa per ragioni di costo di produzione, e progettazione.

 

Nel primario sono presenti due condensatori Nippon Chemi-con della serie KMQ, da 420V e 470 μF, certificati a 105 °C. Ottima tipologia e capacità; ecco un particolare del bridge rectifier e di queste sottosezione:

 

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NOTA GENERICA: quelli del circuito primario agiscono come buffer e sono molto importanti perché la loro presenza aiuta a proteggere il nostro alimentatore ed il computer stesso da pericolosi sbalzi di tensione e generalmente vengono collegati in parallelo al fine di sommare le singole capacità o, alternativamente, per modelli meno potenti. La tipologia dei condensatori utilizzata è quindi molto importante perché la vita di queste componenti si dimezza in base all’aumento della temperatura di ogni 10 gradi Celsius, sotto un normale carico di lavoro; questo significa che utilizzando modelli di condensatori capaci di gestire, senza il minimo problema anche 105 gradi Celsius, la durata della loro vita potrebbe essere addirittura pari al doppio rispetto a modelli standard da 85 gradi Celsius! Questo fattore è uno dei più sponsorizzati nel campo degli SMPS, non a caso ci si vanta della presenza di condensatori giapponesi nella propria unità, capaci appunto di sopportare temperature maggiori e quindi prolungare la vita stessa dell’unità.

 

Come controller APFC, stando a quanto riportato da altre testate (in questo caso non è stato possibile visionare direttamente il modello, per via del fatto che non è stato dissaldato per l'analisi strutturale), è stato utilizzato il chip Infineon ICE2PCS01. Viene riportata anche la presenza di un controller LLC Champion CM6091T, che abbiamo avuto già modo di visionare nel corso di passate recensioni in diversi modelli.

 

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Come potete osservare nelle ultime due fotografie, viene mostratoil controller PWM Anpec APW7159, che stranamente presenta delle sigle difficilmente leggibili ad occhio nudo, e cono ottiche ordinarie.

 

NOTA GENERICA: la colla sul PCB che osservate è uno dei nuovi standard di montaggio, perché così facendo si posizionano prima le componenti sul PCB inferiore, poi si fa in modo che aderiscano al PCB tramite l’adesivo termico ed infine  c’è l’inserimento dell’intera struttura nella macchina di saldatura a onda (senza Piombo presumibilmente). Così facendo si ottiene una qualità di assemblaggio, e conseguentemente di saldatura, migliore.

 

Trasformatore e secondario

Le rail minori sono generate quindi tramite un sistema di conversione classico DC-DC. Diversamente dal passato, stranamente FSP ha scelto il famoso controller PS223H (4-Channel Secondary Monitoring IC With 4-Channel OCP And an Additional OTP). Anche qui, sono stati utilizzati condensatori del medesimo produttore, appartenenti alla serie KZE ed ovviamente certificati fino a 105 °C. La qualità nell’assemblaggio si attesta su livelli elevati e l’impressione generale è decisamente buona. Non esprimiamo commenti per la parte posteriore del PCB in quanto non è stato possibile rimuoverla. Il produttore ha scelto un design single-rail, andando contro quindi le direttive INTEL della specifica ATX 12V, ovvero con una ripartizione massima fino a 20A per singola Rail (pratica diffusa e comunemente accettata, per via della migliore gestione delle rail qualora fossero appunto saldate su una singola, e centralizzate). Il PCB delle connessioni modulari è posizionato lateralmente sulla sinistra e non presenta particolari degni di nota.

 

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NOTA SINGLE/MULTI RAIL: è meglio single o multi-rail ? Il problema sarebbe un tantino complesso da affrontare perché sarebbero molti i parametri da discutere ed approfondire, però con alimentatori di fascia alta generalmente non c’è differenza. Il fatto che ci siano Single Rail, specifiche e dedicate, porta ad una generale ripartizione migliore dei cavi, e della corrente in uscita, rispettando quindi la specifica Intel nella ripartizione della potenza. Molti alimentatori multi rail in realtà non sono altro che single rail con saldature più o meno curate. Gli alimentatori Single Rail sono molto apprezzati per l’overclock estremo in quanto spesso si eccedono le limitazioni imposte dallo standard ATX sulla singola linea. Bisogna anche ricordarsi che Intel stessa specifica che gli SMPS dovrebbero avere sistemi multi-rail con corrente massima di 20A per canale. Ad ogni modo, considerando l'evoluzione dell'elettronica e della componentistica, data la maggiore poliedricità di utilizzo di un alimentatore top di gamma (Pensiamo al mining BTC ad esempio), è decisamente preferibile un modello Single Rail.

 

Ricapitolando la qualità delle componenti risulta essere molto valida, appropriata all’utilizzo e completa per quanto concerne le componenti onboard.

 

 

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